La ronda

La ronda passava
feroce
laddove il dolore,
forse
s'intravedeva lacero
tra le vene della porta,   vene scure
di promesse chiuse,
righe nere
sui tombini ostili
dove perdere le chiavi
della porta
che avresti aperto
tra le braccia tenere
che dire alla notte
che non passi
e
non cerchi
altra ronda di mantelli
neri
sulle vesti velate
delle stelle fredde.   Per sempre...
per sempre
chiudere gli occhi
per non vedere
dove andranno
le parole spente
e gli addii necessari,   dove cresce
profondo il muschio
rimestato dal sospiro
di liquidi rimpianti,   Mentre la sera romantica
squarcia il nostro addio
definisce le rime
degli argini fangosi,
di rogge buie
e
barluginanti riflessioni   ( trema il dolore
sui gelsi scuri
di dita d'inchiostro
per lettere mai scritte,
accendere lampioni
per lune non viste)   Resta tra le canne
senza fiume
il nostro amore
affogato nella benzina
di un distributore
acceso tutta la notte