La Sera del Venerdì Santo

La sera del venerdì Santo
era sempre un momento di attesa
Di solito, la Messa e la processione con
tutte le donne 
e le bambine col vestito della prima comunione,
dell'anno prima,
in fila con grandi ceste di fiori
da spargere davanti al
Cristo morto nella teca di vetro
seguito dai preti e dai chierichetti 
e dagli incappucciati della confraternita,
seguivano i ragazzi e poi tutta la gente
del paese al completo.
Non partecipavo.
Mi nascondevo in un posto segreto 
da dove spiavo 
mi piaceva vedere tutta la gente 
insieme pregare e cantare 
Inni Sacri .
Aspettavo papà che tornava dal lavoro 
sempre troppo tardi 
per partecipare alle funzioni religiose. 
Dal mio nascondiglio ,sul muro di cinta
dietro un pilastro, 
dopo che anche l'ultimo fedele 
era passato 
mi divertivo ad osservare il volo 
delle rondini e poi
papà arrivava. 
Saltavo giù dal muro 
per corrergli incontro.
Mi abbracciava tenendo 
con l'altra mano la vecchia bici
arrugginita
Non chiedevo nulla ma ero in ansia
sapevo che nella borsa
legata al tubo della bici 
c'era una sorpresa per me. 
Era il desiderato uovo di Pasqua 
che tutti gli anni arrivava 
puntuale la sera del venerdì, 
è la sola cosa che ricordo
con affetto e rimpianto.
Papà e il piccolo uovo di cioccolato 
Mi manca, non ho più avuto uova 
di cioccolato e non ho più
nemmeno un papà .