La stessa solitudine.
Immerso nel vuoto della gente
seguivo un sentiero immaginario,
sommerso dai miei pensieri
tanto chiari da apparir reali ed
evitavo quasi inconsciamente
le spalle di chi mi veniva incontro.
Tante facce diverse tra loro,
vite distanti anni luce eppure
accomunate dalla stessa solitudine,
si muovevano su binari sconnessi
e inverosimili.
Tra mille sguardi fugaci fui
rapito dalle sue pupille, brillanti
come stelle d'inverno e profonde
come l'oscuro universo, pronte
a chiedermi chi fossi, cosa avessi
di tanto speciale da permettermi
il suo sguardo.
Fu silenzio e fu musica per le mie orecchie,
la folla si fece distante e il mio binario
si intrecciò col suo, facendo così
vibrare il mio corpo a ritmo del suo.
I nostri cuori si legarono per un istante,
riuscimmo per un attimo ad ascoltarci
senza dire niente, e poi più nulla,
immersi com'eravamo nella folla,
continuammo dritti per le nostre strade,
accomunate dalla stessa solitudine.