La voce del telegiornale parla
del traffico e del tempo: regolare
e prevedibile. Ma tu non senti l’urlo
della noia in quest’orrida pianura
del banale? O presti anche il tuo nome
a questa nenia di prefiche e giullari?
Non so: forse anch’essi hanno ragione,
eppur’io non mi rassegno a credere
che tutto si concluda nelle code
dei caselli d’autostrada, le sere
di domenica, dopo un’inutile stagione
di weekend montani spesi a sciare.
Giovedì comincia l’anno nuovo:
forse qualcosa cambierà, lo spero.
27 gennaio 2006
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Amare è molto, a volte troppo, ma non è abbastanza.