La voce di chi ero

Fermarsi,
fermarsi semplicemente,
fermarsi e respirare,
due passi sotto il cielo,
due passi ed ascoltare,
ascoltare nel vento
la voce di chi ero.
Ero notte per chi cercava
riposo,
diventavo giorno
se mi veniva chiesto,
ma poi arrivai ad essere
tuono nella tempesta,
fatica, ferita ed ombra
di una realtà in discesa
e niente fu più uguale.
La voce di chi ero
è stata dimenticata,
si rifugiava nelle illusioni,
dentro gli angoli segreti,
nelle poesie
e dentro amare ironie.
Io la ricordo ancora,
parlava in solitudine
di epiloghi difficili,
d'amore e di memoria,
di pellegrini e spiriti,
di gesti assenti
e utopie impossibili.