Taci tu che mi violenti
ogni giorno con le parole,
il silenzio è un grido d’aiuto,
il mio cuore un foglio lacerato.
La tua lingua, lama affilata,
scava solchi, come un aratro
ogni sillaba una piaga,
ogni frase un’eco estinta.
Mi osservi e pronunci,
le tue parole sono come spine,
mi avvolgi in un abbraccio,
e sanguino dalla mia corona di spine.
Il mio corpo
una mappa di cicatrici,
ogni riga un ricordo,
ogni piega un dolore remoto.
Vorrei urlare, ma la voce
si perde nel vuoto,
sono prigioniera del tuo eco,
resto immobile, il silenzio è la mia rivolta,
e il mio cuore canta
un verso che resta muto.
29 marzo 2025
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