Lascia cantare la mia speranza
I fiori che ti porgo
con premura sciocca,
non sono per omaggio alla bellezza
né per mostrarti sintomi d’amore.
Lo sguardo che ti porgo
con qualche ansia in più,
trascini ai tuoi piedi le antiche pene
e al tuo perché le mie nuove paure.
Se ora ascolti queste grida,
non aprire il tuo sorriso amaro
in un’amorfa smorfia nera
e lascia cantare la mia speranza.
Accogli le rose che ho sottratto
alle narici d’una donna ignara.
Annusa il retrogusto della vita
e, per un istante, scopriti inutile.
Poi, rimani ancora più lontana
e non seguire presto le mie orme.
Assaporo tardi le gioie della vita
ed oggi io ti rifiuto, o morte…
*
Anno di stesura 1981