Le città perdute
Quante sono le città perdute,
le oniriche città
amate,
che recluse
ostinatamente vivono
intrappolate
nelle estreme regioni
del cuore degli uomini?
La mia città ha le porte
spalancate
a lasciarsi accarezzare
dal sole,
e noi ragazzi giù nelle discese
a correre tutte le risate,
a bruciare i respiri nella gola
quando le bici volano
tra gli alberi e il mare.
Non c’è fretta nella mia città,
la gente va da qualche parte,
da qualche parte ama,
lavora, ride o muore,
senza fretta.
Ruvida la corteccia
di un albero
accolse le mie membra
sciolte da un lentissimo
bacio.
Guardare l’orologio
e correre felici,
domani stesso posto,
oggi viviamo il bacio.
Torno senza tristezza
nella mia città,
nella mia remota,
onirica città,
torno spesso senza fretta,
con gratitudine:
la nostalgia passa puntuale.