Le ingorde pene del sentire
Son lucenti stasera le stelle
e non ho bisogno di candele
per guardare il cielo.
Resto quì,immobile sul mio uscio,
solo,nella penombra dei pensieri,
a scrutare le innocenze del mondo,
a riscoprire sentimenti
e donarmi intime confidenze.
E raccolgo nella mente,
chinato al chiuder degli occhi,
nenie di brandelli d'anime in pena,
prede d'odio feroce,
distanti dal vivere
e violate nell'intima dolcezza,
assiepate e sconnesse
nel lamento del loro destino
intriso della malinconia del presente
anonimo e incompreso.
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
Destrierodoc @ tutti i diritti riservatiLe ingorde pene del sentire
Son lucenti stasera le stelle
e non ho bisogno di candele
per guardare il cielo.
Resto quì,immobile sul mio uscio,
solo,nella penombra dei pensieri,
a scrutare le innocenze del mondo,
a riscoprire sentimenti
e donarmi intime confidenze.
E raccolgo nella mente,
chinato al chiuder degli occhi,
nenie di brandelli d'anime in pena,
prede d'odio feroce,
distanti dal vivere
e violate nell'intima dolcezza,
assiepate e sconnesse
nel lamento del loro destino
intriso della malinconia del presente
anonimo e incompreso.
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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