Le mie colpe
Rivestìti nell'apparenza
ciascuno con le sue penne di pavone
pranziamo seduti alla stessa mensa
a consumare uguali razioni di acqua e pane
futili vantaggi a nasconder la miseria
piuttosto che immolare la propria anima
ma quando si parla di fumare
ognuno a tirare più che può dal proprio sigaro
Ed é allora che certi rovelli montano
all'apice del turbinio di pensieri vorticosi
momenti in cui verrebbe tanto da dire
ma in virtù di quel pane
nel frattempo divenuto duro
e di quell'acqua divenuta putrida
la lingua si mozza
nel pregare il Cielo di non pronunciar parola
E di questo anch'io ne ho colpe
.
Cesare Moceo destrierodoc @
Tutti i diritti riservati