Le mille me
Fui ragazza di osteria, giovane e bella
cantavo arie stonate
con un bicchier di vino in mano
ebbra, in mezzo agli ubriachi
nell’acre odor di fumo e di stantio
Fui ragazza di strada
quando in oscuri anfratti al calar della notte
attendevo gli amanti
e mi lasciavo andare a baci voluttuosi
ed a carezze audaci, senza amore.
Fui zigana dalle lunghe vesti
e danzavo al suono struggente dei violini
girando su me stessa attorno al fuoco
sotto la luna piena
accarezzando sogni per il mio domani.
Fui anche principessa
tanto amata, esile e languida
salutavo folle dalla carrozza d’oro
con cavalli alati
mentre tornavo a sera verso il mio castello.
E poi fui triste, pur coi miei sorrisi,
piansi per me e per il mondo intero
per i figli di tutti che sentivo miei
e un grande peso si posò sul cuore,
incapace di agire lo portai.
Fui vecchia e stanca
accanto al mio camino
sazia dei miei ricordi, dei miei errori fiera,
riavvolsi il nastro della vita mia
fui folle e innamorata delle mille me.