Le vie che portano al mare
Sono quasi sempre bianche
le vie che portano al mare
come lini sciorinati controvento
e profumati di salmastro.
Come sorelle, si assomigliano
così bianche di sole,
di sale e di polvere.
Bianche, come le unghie della luna
quando voluttuose graffiano
la schiena del cielo.
Bianche, come bianca è la spuma sfrangiata
sopra l'orlo del flutto
sfiorato dalla solitudine
di un albatro.
Sono zattere cariche di vita
nel loro sempiterno andare
incontro al loro amato,
salvifiche, quando sarà Novembre con le sue brume.
Al primo rintocco dell'aurora,
imbellettano le gote
di rosa corallino,
si profumano di agave e di mirto
e poi vibranti come corde di chitarra
risuonano della risacca
custodita nelle piccole conchiglie
che l'ultima marea convogliò,
del frullio di gambe sensuali e ambrate di ragazze innamorate,
del ciabattare chiassoso ed impaziente di bambini
a frotte verso l'arenile,
del ronzio di un calabrone
delle note di un ritornello antico da un'imposta accostata ed arsa di salsedine.
Ma quando viene sera,
ed il mare le bacia
ad una ad una,
le vie che portano al mare
tornano immobili, solitarie,
silenziose
come bianche suore in preghiera.
Da qualche parte,
resta a terra,
un desiderio incofessato,
alla mercé di un maldestro passo,
ed una piccola felicità smarrita
destinata a scomparire
come una bianca,
tenera farfalla.