Lo splendore tra le distanze

Adesso parlano.
Venti arrossati
dall'inverno
ripetono il viola
di una bellissima bufera.
E il cielo sfoglia
le pioggie come pagine
d'ombra pronte a precipitare.
Sono come sempre
in mezzo,
tra il grigiore del tempo
e lo sbadiglio di una nuvola.
Potrei giurare di conoscere
a memoria le voci di ogni stagione,
il commovente suono
delle nevi
l'umile rimbombo del sole
il boccheggiare pallido della nebbia.
Ma mi disfo delle mie certezze
appena un po' di brina si abbandona
tra le foglie cercando una vecchia quiete.
Lo so, gli anni non sono mai gli stessi
e tutto può cambiare.
Certo, se ora il vento
dice la propria tristezza
anche alle siepi,
mi sento senza privilegi,
una lenza buttata a caso
tra le acque.
Potevo essere lo splendore
tra le distanze,
uno sfrenato silenzio che ancora
continua.