Lucinda
Ti odio e ti odierò quando vorrò amare ora che tu ciangotti nelle palpebre di
Me ora che il mondo in te ha impiccato ogni mio gesto ora che il tuo laccio ha
Stretto la gola ai miei pensieri il tuo delta mi ha piombato il respiro in odore di te
Sei tu il mio galleggiante ho avuto delle perdite mi manca la tua benda
La ferita è in me dal tuo oscuro penetrabile non ho scampo sono caduto in una vita persa
Sei la mia guida indiana non avvalerti della retroguardia procedi in me
Tu sei sola di me la pena è stata vinta da un rifiuto
Io sono nel bidone sono una spina tu assali la mia notte già disfatta
Costruiscimi un nuovo giardino hai deciso di continuare il mio affanno
È nel tuo istmo l’esso stavo costruendo mi hai bocciato era il tuo esame
Altri dolori sono la peggiore fattura
I miei sembrano gioie di fiori se paragonati alla tua perdita
Non ritorno al passato la tua bellezza è ora
Assalto continuo al mio estremo amarti.