Luna nera
Evocai 'l di lui sorprendermi, talmente assiduamente,
che spicchio di solar bagliore
‐ prim'ancor d'esser partorito dal grembo aurorale ‐
vestendola d'oro e altresì di purpureo chiarore,
procrastinando lo smodato calore
e all'arco di giornata ritardando d'arrancare,
venne alla luce, alquanto sbalordito.
Col segno zodiacale, soppesai 'l silenzio,
onde salvaguardar eterna solitudine,
ombreggiante propri'apocalittica essenza,
alfin, giammai, di sacrificarmi all'impudico nulla.
Ea triste, 'l suo lagrimoso volto,
m'arrecava tristezza;
per indefinito tempo,
prospettai me stessa compagna d'essa.
Di tenebra, tessuto
e da rivelazione, gettato,
muto, 'l velo suo rimase al suolo
quand'a me perfetta s'ea palesata.
Sordo al silente abbandono,
niuno lo vide né lo fece suo,
in virtù della speme nutrita
verso realtà amica.
Or il vespero attendo,
empiendo l'attesa d'evidente tinta evanescente,
coniugat'a impietoso tremore del corpo,
fintanto ch'in periodico apogeo alfin appare,
Luna Nera ribelle e selvaggia,
archetipo d'istinti e pulsioni,
dilaganti tuttora nel ventre che guarda.
Per quanto
solitudine imperi,
è sciente ch'essa sia fatiscente.
Luna Nera t'imploro: Orsù, impetra l'Adamo,
che soggiaccia quest'Eva ch'è pronta,
pur non oltre 'l piacere,
pur non oltre l'Amor essenziale.