Lungo i denti taglienti dei monti
Lungo i denti taglienti dei monti
che l'azzurro palato del cielo
feriscono, ho camminato
con in braccio una mimosa
gialla. Nel vento che ballava
l'ho scagliata, s'è perduta
per un po' di libertà.
Per mesi, perduto per sempre
nelle cosce dei prati, stanco
ho vagato in cerca del posto
dove si fosse nascosta.
Ho segnato di passi il sentiero
rubato alle rocce dai vecchi sapienti,
con mille gocce di stelle. Ho cercato
negli occhi‐serpenti
il significato di quelle parole
strane. Infine ho dormito
distrutto, nel buio dello stomaco,
fra i funghi e i lupi, nel muschio
padrone. Il lungo mattino
ho scacciato, ché nei sogni migliori
era bella quella gialla mimosa,
vestita di sposa come appena trovata,
di rosa profumata, come quando
l'ho amata.
Lungo i denti taglienti dei monti
che l'azzurro palato del cielo
feriscono, ho camminato
e ho colto una stella, una stella
diversa, una stella lontana:
ho creato una frana!