Madre

Madre d'infinita capienza 
che disseti la sete d'esserti bimba in grembo
ora in te io mi accumulo, priva di tutto
di carne e di ossa, di suoni e frastuoni
guscio sgusciato assente di me

Scialle di primavera scalda la mia chimera
spargendomi al sole tra ciocche di sale
falcia dalla fronte l'umano groviglio
fanne acqua di fonte per ogni tuo figlio

Abdico al mondo ingordo 
srotolando il mio passo su aghi di pino 
e mieto speranza
dagli occhi di un gabbiano che non mi teme

perché in te io mi annullo
non voglio e non vedo, non penso e non ledo

Sotto un mare smacchiato dal verbo superbo
dammi ora riparo, respirandomi in te.