Giammai scontrai il vivere e
il morire; nulla è univoco
se non la morte che ti invoca
e invoca lancinante il tuo dolore.
Strappato dal mio vivere, e la gente dal suo.
Gemiti a pazientare, taciturno
è il loro perturbante lamento.
Turbolento, turbolenza
che speranza e ingegno
paghino il loro pegno.
Qui non si è vivi, mai scontrammo
il vivere e il morire.
Mai fu più univoco della morte che
ci invoca e ci ingoia.
1 marzo 2014
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