Maledetta guerra
Non le senti da vicino,
ma le urla della gente
ti perforano i timpani…
Non le vedi dal vivo,
ma le lacrime versate
per esistenze spezzate
ti solcano il viso.
Non sai a chi appartenga,
ma il sangue dei feriti
macchia i tuoi vestiti.
Non può nemmeno sfiorarti,
ma una manina innocente
che invoca aiuto
ti tocca con la tenerezza
che suscita tuo figlio quando chiede una carezza.
La continua emorragia di vite umane
non può lasciare indifferenti,
non può non ridestare le coscienze
di quanti pensano che al mondo
non esistono né vinti né perdenti,
ma un poliedrico insieme chiamato umanità
che, stanco di una sete di supremazia
mai sedata,
si domanda se mai, un giorno,
sentirà squillare le trombe della pace.
I conflitti si fanno per decretare un vincitore,
ma se a trionfare deve essere la ragione,
che senso ha alimentarli con odio e con rancore?
Così sarà il male a proclamarsi vincitore,
con strali infuocati a farla da padroni,
agnelli sacrificali caduti in ogni dove
e imponenti templi eretti alla disumanizzazione.