Maledetto mestiere

E' arrivata
l'agognata estate,
tanto bella
che le sue sorelle
le girano intorno.
Cosi bella
che verrebbe voglia
di apparentarla con l'estasi,
ex‐stasi,
fuori dalla normalità.
E invece vuol dire caldo.
Vorrei
che questa stagione
non fosse visibile nel Tuo viso,
nè nel Tuo sorriso,
finchè la rabbia
che Ti monta dentro,
al suo approssimarsi,
e lo scorno
di vivere una vita
che non Ti appartiene,
ma che il fato ti ha imposto,
facendoTi
vestire i panni
di chi non accetta
la propria esistenza,
non Ti faccia
vendere vendetta
a pochi spiccioli,
e che i Tuoi silenzi,
nel parco dell' inquietudine,
siano d'attesa e non di pretesa.
Vorrei
che la nostra estate
fosse un libro tra le mani,
una carezza reciproca,
un cinguettio degli uccelli in lontananza,
in modo da evitare
che ogni anno
diventi una maledizione,
che ci reprime la libertà,
condizione primaria del nostro essere,
e non sentire più
i nostri corpi agonizzanti
al ritmo che essa
da ai nostri giorni.