Mediterraneo e basta

Quando penso alla mia terra,
le gialle colline si rintanano ad ovest,
la città nuova si avvolge in un foulard
ed io rimango felicemente solo.

Solo, con l’azzurro che mai stinge,
dentro ventri di colorate barche,
lungo il molo della prima preda,
nella sabbia di quel lido preferito.

Tra le pieghe dell’età che avanza,
metto a posto mediterraneo e basta
come quando, diciottenne, mi curavo,
diligente, di peccati e sogni a iosa.

Chissà per quanto tempo ancora
dovrò aspettare il giusto tempo
per ritrovarmi nelle onde basse
e nei sorrisi larghi d’una volta.

Dispersi nell’afa benedetta
di lunghe attese e corti pomeriggi,
le voci, le chitarre e i ricordi tutti
illudono le ore che oggi conto una a una.

Le vergini polveri di sabbia e sale
vorrebbero distrarmi come allora
e come allora accecarmi nuovamente
ma i miei occhi sono forti, oggi.

Dimmi, mare perso, cosa devo fare
perché io possa finalmente
sigillare il cassetto dei ricordi
in attesa che il futuro giunga.

Dammi, mare ritrovato, la tua miglior fortuna
perché io tocchi come la tua acqua
i grattacieli, i display e i nuovi asfalti
nel cambio rotta che comando.

Tratta da “Appena finirà di piovere” (Global Press Italia)
Pubblicata dal Mensile Il Saggio 03/2010
Vince il V Premio Internazionale Poesia, Narrativa e Arte “ALBATROS” 2007
Premio Internazionale Poesia, Narrativa e Arte “ALBATROS” 2007