Monologo interiore

Fluttua in me il buio, urlando tra smorfie e gemiti di deludenti dirupi. Là, entra da sè la vita, nella fantasiosa coscienza sparpagliata dagli eventi di far riviver gli spettri del passato, disastrosa compagnia di magre annate di un'adolescenza mai vissuta. E ora corro senza alcuna meta, aperto a ogni rischio, saltellando tra vuoti carichi di vibrazioni, fino all'orlo di quei precipizi, mentre il Cielo sorride per il cuore in subbuglio, esasperato da intimi affetti e felice di credere, finché c'è vita da vivere, che un singhiozzo affannato, pur caricato d'ogni nefasta esperienza, val la pena d'averlo.. Cesare Moceo destrierodoc @ Tutti i diritti riservatiOpera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.