Poesia
Naviglio 01/05/16
Per bene e per male dormirai in collo a me,
come mio figlio.
Saró io il tuo rifugio e la tua guardia senza sonno,
per vegliarti anche quando tra la nebbia non ti vedo
e quando ti scorgo da lontano o ti sento assente.
Ti porterò come un vessillo tra sguardi inorriditi o persi
sollevandoti sulla mia testa come la Santa Croce.
Se sei tu, quel fremito che sento dentro, nella mia giovinezza,
che mi pervadi improvvisamente come la vita fa con la carne,
allora libertà ti darò la forma che sanno le mie mani,
che nessun'altra io so vederne, so desiderarne,
che non questa che mi appartiene.