Nel nome di te
Il mio voto è la tua scoperta: tu sei una folata di rondini
sparate e mezz'aria, il gorgheggio di bandiere tessute
dalle nubi, un gagliardetto di mire precise, un mulino e una corda.
A novembre ero in fila al tuo miele ed aprivo la bocca all'ostia
di inchiostro, dalla tua pagina saliva incensato l'offertorio
ed al battere del pomeriggio immaginavo che se fossero
state pronunciate per me quelle promesse, di quel pane
e di quel vino sarei stata eternamente sporca ed intinta.
Così ho iniziato a pregarti, nel giorno in cui svelavo sotto
il calice che versa il tuo collo alle spalle la mia passione,
e le stazioni. E se dovessi cadere vorrei fosse dove
mostri la piaga che ti hanno dato certe notizie,
confessatesi tardi. Per risorgere mi basta
almeno una croce che faccia il tuo nome.