Nel silenzio del deserto

Infuocate dune d'un assolato tempo,
lasciando orme a inseguirne altre,
a piedi stanchi sto calpestando.
Sollevato dal vento, un oceano di
‐ del nulla fautrice ‐
polvere in spiral m'assale,
onde smorzar mio latente respiro.

Mero silenzio, mi cinge,
mentre penosamente arranco,
per poi ritrovarmi al punto di partenza.
Reietta solitudine, d’illusioni foriera...

Mancan suoni, all'udito...
Rumor d'altri,
anziché ‘l tacito chiasso del nulla.
Per un altrui sussurro,
ascenderei all'acme del firmamento!

Affranto, è l'univoco sospir che percepisco,
affaticato e roco;
gemito ‐ credentesi urlo ‐ nella dannata quiete;
sibilo agonizzante, dall'adusta gola
la qual, all'inverso,
se fiato avesse da poter vendere
o perlomeno esalare,
oserebbe annientar la drammatica pace sconfortante.

Titubando, lacere scarpe
si trascinan... mi trascinan sull'avara sabbia
mai savi’a offrir ristoro,
nel desolato oceano di polvere brulla,
ove unicamente ‘l niente germoglia.

Tra immane calor abbagliant’e labbra dal sole riarse,
di vita e d'acqua assetata,
or scruto a distanza...
Nell’aria ondulant’e brillante,
bramando io fresco zampill’onde spegner ‘l fuoco
ch’avvampa,
un’oasi vien comparendo,
prima di scomparir ‐ bieco miraggio,
a unir alla sete l'oltraggio! ‐

Ambigue nubi s’approprian del cielo
‐ del tragico epilogo, imperterrito teste ‐
allorquando, impietoso e torrido,
tal terreno par non conceda scampo,
né un ulterior giorno
atto a pregar, con speme d'un miracolo,
il Padr'Eterno.

Che sia un raggiro della mente sofferente?
Al pari dello stanco sguardo, s’interroga l'udito.
Fr’avvallamenti aridi, puntini indefiniti...
Lontane voci, all'orizzonte...
Forse chimere... avanti alla morte.

Or più non dispero.
Fuoriesce in sospiro, l'effimero fiato,
nella certezza che valga la pena...
Non mi domando s'ahimè stia sbagliando,
nel mio sentor di respirare speranza.