Nel vuoto [lì per sempre]
Esistere e non poter essere
non poter restare
come un innesto su spini dipinti
che hai tracciato per mestizia del vuoto
pregavamo Dio senza conoscerlo
‒ amandolo a tratti ‒
perché crescesse un ramo vasto
di ali nella breccia sorda delle pietre
una cura allo spirito contuso
dato insonne alla notte
dal centro immeritato più preciso
più lontano più straniante
è un cammino irto che spezza l’avvento
spezza ogni corda, cadiamo giù
e soli
monchi di forma.
Mi cadde l’anello che
da bambina tenevo stretto al dito
non riuscii a dire ch’era un anello
capii che il non sapere un nome è una perdita,
ma ci perdiamo
anche coi nomi stampati nelle tempie
che stanno lì per sempre
in un estratto di eternità
‒ transitori, sradicati
bricioli d’amore.