Nell'ago, io e te
Mi senti,lento e tepido
m'inoculo e m'allargo
Calore soffice, entro
Da un timido poro mi spalmo
e del sangue tuo, m'approprio
Ti prendo
Ti conduco
pei sentieri che non conosci,
nella mente tua proietto
colori e luci e forme
che chimera tua non seppe
vedere mai
Io ho il possesso
di quel che per te più non esiste
E di possesso t'innamoro
Prendi ciò che ti dono
ché sempre mio tu sei
Da solo ormai non sai
di cieli lindi e d' odorose onde
solcar la cresta
Solo di profondo
l'amar sapor conosci
e di bui neri intermittenti
s' è avvolto il mondo su di te
Bambino mio hai perso
l'istante che pur fu tuo
Quel buco dentro al braccio
‐ antro accogliente, di giovane giunco‐
è la mia porta per l'inferno,
il mio passaggio
Sogna, sogna ancora
cieli e voli nell'immenso
ma sol per poco tempo
che al risveglio
nel folle mio disegno,
dell'anima tua l'essenza
in disintegrate ombre
nello spalmato buio,
insieme a me vedrai.