Niente di piu, niente di meno
Niente di più, niente di meno
che vedo la luna lassù
stridere di pallido amore e rabbia,
tracciando abissi marini.
Crescono le onde, gli orizzonti lassù,
e mentre la luna li culla materna
scaglia le frecce, incalza i viandanti
tumula ricordi estivi e fuggenti
di maggi, tornanti, sabbie e passanti.
Silenzi profondi la luna nasconde,
ci gioca, li salta, li lancia lassù,
raggiungono gli astri dai rossi legacci
le braccia tendono al tempo rimesso.
L’avorio del cielo si veste di nero,
le perle dei denti di ombre lontane
richiamano dal mare rottami di stelle,
cavalli schiumosi cavalcano feroci
su ossa di sassi,detriti di topi.
I venti di fuga lambiscono leggeri
fiamme di acqua, unti vapori,
la luna li sfida e scende dal trono
d’un cielo che ora è così prono
su finti santuari, fasulle preghiere.