Niente di più profondo
Quanto agli occhi
mi hanno ricordato gli sciami spersi
sotto le code delle Pleiadi.
C’erano anche gigli, a testimoniare
quanto permanenti sono
i profumi del bianco.
Perché di petali se ne aprono
uno nell’altro ‐ardendo di sole.
Anche rinascendo
non abbiamo niente di più profondo
che queste frecce
che trapassano il tempo,
tranciano le assenze.
Ci sanno scrutare dentro.
Deflagrazioni d’intensità…
sto appuntando gli attimi
di lineamenti che sfociano in altri,
perdute ore di pupille
nell’amarsi a vista
e continuare
senza più luce.