Ninna nanna
Acuminate guglie, svettanti nel cielo,
appena s'intravvedono.
S'alza, l'etereo sipario di nebbia,
lasciando apparir, sulla scena irreale
del palcoscenico stellare,
del castello, la sagoma regale.
Riflessi d'astro lunare, pieno e splendente,
irradiano l'ambiente, calato in un freddo pungente e glaciale
e avvolto di luce cerulea,
nel mentre una nenia crescente
si leva, dall'ombra testé apparente,
scaturita da un limbo lontano,
col suo bimbo, che tiene per mano.
Dolce, la voce che canta la ninna nanna soave,
nel cullare il suo pargolo addormentato.
Risuona l'eco per l'antico maniero,
giovane mamma d'un tempo andato.