Non c'è verso
che riesca a spostarti
quelle rughe disordinate
dagli occhi.
Tracciano i confini
di ogni tuo pensiero
mentre la mia mano inciampa
nel tintinnio
di un cucchiaino nella tazza,
lì, dove è sbeccata.
Per quanto provi a rialzarla,
un lamento stride,
il polso sloga,
reggendo il peso del non detto.
Bevi il tuo caffè
a brevi sorsi, tra un respiro e l'altro,
alle tue spalle ferma l'ora
su una lancetta troppo corta,
per ridarmi tempo.
30 aprile 2024
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