Non ha muri la mia casa (a Marina Cvetaeva)

Lascia che vada
paesaggio dai fronti deformato,
sia il letto cespuglio
per uccelli dal canto straniero
a me prossimo. Lascia
che a Tarusa sigilli ogni squarcio
e affidi al sambuco le soglie
dove ha pace la voce.
Che al custode consegni
le case vuote, il freddo
di ponti arcani,
la mano mancata dal bene.
Le non confessioni di libertà
sotto vesti logore, lasciale
armarsi di primavera
quando anche il corpo avrà gioia
in una piana
di blu, per confine.