Parole sciolte
frastornanti, in attesa
appassite
da tarlo dentro.
Vorresti cospirare con promesse
nascere mattino, affollato
di sogni. Poi suoni perduti
spiovono, sulle guance.
Da porte chiuse,
mura vuote di gesti.
Ma presto, d’urgenza
cambieremo indirizzo.
Saranno piazze
le anime toccate
e non di gelo, cardini.
Di chiavi e dita,
tendini tesi a dare
e altri a stringere.
3 dicembre 2017
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Con lo stesso sbadiglio si scaccia la noia e sopraggiunge il sonno.