Nonna
Tu non ci credevi nonna, ma sapevi
fosse andata come è andata…
“ma va bene”, dicevi: ognuno ha le sue pene:
riflessi di rimpianti
commedianti di epoche lontane.
Una giovinezza sciolta e cenere
come in quel pagliericcio
dove hai capito che è meglio non capire
chiudersi come un riccio e dispensare latte.
Darti a un marito, che rende sempre più ampio
un nido a stento digerito.
Ricordi dei tuoi effimeri giochi
Delle zuppe cotte in umili fuochi
che dipingi con lo stile dei naif .
Ma sei stata dignitosa, hai sofferto
e ti rallegri nel modo più triste
per un peccato che non hai commesso.
E adesso che il tuo fanale è come le stelle all’aurora
Mi parli ancora, in modo diverso, come tu stessa lo sarai
Quando mi racconterai di te, senza il grembiule che ti stringe,
In una vita dove nulla ti costringe.