Lente e lunghissime ombre
la candela proietta sulle pareti,
stanze bianche, sedie di legno.
Suonano violini immaginari
in queste lunghe notti afose,
scorrono piano, come gocce.
Tutto precipita verso un oblio
sublime, mistico, infinito tormento,
piacere lento ed estatico che stringe
come un nodo, che stinge come
zucchero nel forte nero assenzio.
7 gennaio 2014
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