Novantuno

Voglio all'infinito questa spossata felicità
che sdrucciola ed ancheggia vendendosi
il collo per una carezza, che quando provo
a guarirla, scuote la cresta, giumenta impazzita,
onda sbilenca.Voglio senza sosta il tuo adesso incerto:
non mi dissetano il merletto perfettamente
abbracciato al legno, la finestra sanata dal cigolio.
Io voglio te ed il disordine che tiene il velo al vento.
Non ci sono culle nella bonaccia.