Occhi aperti e piedi per terra

Attingo dal mio vissuto
e dalle note del mio sapere

per scansare
gli strali del vittimismo di chi mi legge

Nasco e muoio nei miei giorni

mentre infurian le tempeste nel cuore

riversando la cupezza dei miei versi
nel crepuscolo culturale della genesi

ingenua solarità del mio dire

Frane di vita

a rotolare negli archivi delle illusioni
e nelle coincidenze delle imprudenze

a seppellire il mio Essere
in un'etica di sincera generosità

nella mestizia d'odio e di pena

di questo vivere che non riconosce
le mie migliori intenzioni

Io

mediatore meschino e avaro tra Luci e Tenebre

là ritrovo la mia pace

in quel susseguirsi di rime
dove ho il mio colloquio col mondo

in quel non so che d'eterna attualità
che mi trasporta e mi realizza
. © ®
Cesare Moceo