Ode ai Mandriani
Nell'ampio cielo della mente, danzano,
Mandriani sì, misteriosi e vaganti,
Tra le nebbie dell'essere, avanzano,
Con il segreto nel cuore, ammantati.
Chi sono, dunque, questi erranti sognatori?
Vogliono forse il miele del sapere,
O bramano l'incertezza dei valori?
Sono saggi o seguaci del dovere?
Dove, poi, si celano questi custodi,
Di verità nascoste, nel crepuscolo?
Tra le pieghe dell'anima, nei rovi,
O al chiaror della luna, in un oscuro guscio?
Quando sfiorano con mano tremante,
I fili sottili del destino umano,
Agiscono con cautela, senza un instante,
Svelando segreti con gesto sovrano.
Come il vento sfiora il viso del mattino,
Così i Mandriani sfiorano la mente,
Con consigli avvolti in veste d'argento,
Con una saggezza antica, preziosa, ardente.
Che cosa, dunque, suggeriscono essi?
Positività come l'aurora che sorge,
O negatività come il crepuscolo che cede?
Consigli saggi o follia che divora?
In questa danza di domande senza fine,
Il Mandriano si rivela un enigma,
Imponendo il suo consiglio con un sorriso,
O nascondendosi nell'oscurità dell'anima.
Ma forse la risposta è nel silenzio,
Nel mistero che avvolge la loro presenza,
Nel cammino incerto della conoscenza,
Dove il sapere e la verità si fondono.
Dedico questa poesia ai cercatori di risposte,
Ai Mandriani, custodi di segreti e dubbi,
Che, come ombre lunghe nel crepuscolo,
Guidano l'uomo nel labirinto della vita.