Oltretutto Oltremondo
E mi manchi ancora carezza d'estate di seta a fiori variopinti di sussulti e bisbigli d'amore sulla mia rosea bocca orfana di rugiada del tuo ardore, orfana di alacrità nelle tue movenze, orfana di quei fondali nei tuoi occhi colmi di buriana tinta di porpora, vento caldo che incendia il dolce miele sulla pallida pelle mia arsa di candore! Ma il rancore è un sandolino acredine che mi porta in alto mare come vogatore vagabondo, e possiedo un solo remo disuso arrugginito di salsedine lacrime, di quei sentimenti crisoberilli da disperdere nell'infinito azzurro dove non puoi sentire le urla disperate dei miei lamenti, non puoi percepire quanto soffro la tua assenza, non puoi immaginare quanto mi manchi ancora, oltre la tetra fine di un tramonto dipinto col guanto senza indulgenza sul cencio insensato del nostro fato! Oh no, caro amor che il seno del mio livore ho coperto di timide illusioni tra le frecce ammorbate d'ira. Oh no caro amore mio non te lo dirò mai più che ti amo ancor più del sole quando illumina tutte le sue stelle per farle sfavillare al suo sguardo, come le mie rosse gote al tuo tenero sguardo di predilezione! E mi lascio perdere così, tra scontrosi fluttui e forse un'altra onda mi travolgerà inghiottendomi nelle sue viscere per assaporare la consistenza del mio essere come hai fatto tu, dopo aver rubato lene a corde di arpa e canto di musa le perle della mia gioia di cui mi cibavo per amarti! Oltremodo, oltretutto, oltremondo. ©Laura Lapietra