Ombre del Giudizio
Nel cuore dell'anima, sottile filo,
si intrecciano pregiudizi, mistero stanco.
Chi sono, dunque, quei giudici del destino,
che tessono reti d'ombra nel banco?
Vogliono forse il mondo in monocrome,
dipingere il cielo con toni d'oblio?
O sono araldi di un passato rancore,
che scolpisce cicatrici nel desio?
Sotto il velo di un giudizio frettoloso,
camminano ciechi, senza discernere.
Che cosa bramano, se non il virtuoso
capriccio di un pensiero da sovvertire?
Sono forse servi d'antichi timori,
che cercano rifugio in preconcetti?
O mirano a un potere senza confini,
scavando buchi nei cuori stretti?
Forse, sono prigionieri di un'ignoranza,
catene invisibili di dogmi arcaici.
O aspirano a un senso di superiorità,
dimenticando che il mondo è plurale, non statico.
In questa danza di colori e voci,
essi si perdono nel labirinto grigio.
E noi, osservatori di storie antiche,
possiamo solo intonare un canto di smarrimento.
Oh, chi sono questi custodi del pregiudizio?
Forse, sono figli di un'umanità in cerca,
un'umanità che, tra errori e virtù,
deve ancora imparare l'arte di amare senza barriere.