abito dove il bianco
cristallo di polvere mi solleva
piuma sulla terra battuta
senz’altra memoria che il bianco
alchemico di orchidee e musica
sordo per mano tua che emana
il limbo fermo degli oggetti.
una grazia già di vibrisse
nello sfiorare eremi eterni.
fino a rapire il vuoto
quel prato di altezze e una lamina
muta attraversa il sempre
degli occhi. è la luna che
si abbraccia nella cruna
lontana, di adorazione/affezione
– l’altro limite, altissimo.
10 marzo 2019
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Quando si ama un'anima si ama anche il corpo che l'accompagna. Non sono strana a pensarlo, è strano chi lo trova strano.