Poesia
Ottantacinque
E' di ieri che morirò: ho visto il cappio,
la falce , il letto. Si sono addobbati
per me e solo per me:la partecipazione
è commovente, delirante l'attesa. Fanno
le fusa e fanno la fila per accomodarmi per bene.
E' di ieri che morirò: è di quel tuo spegnermi
qualche ora indietro a questa che mi ammalerò
senza furbizia.Ma non riterrò un insulto questa
faccenda irrisolta di vita che avrei voluto nelle tue
mani e che adesso mi cede il posto fra un no e la fine.