Poesia
Ottantanove
Solo sulla pagina mi vedo sana, eppure
sta tutta là la mia croce: quando cullano i versi,
il pianto si stanca, il dolore si incipria, forse sono
tutte pagliacce le lettere venute a vedere la pia esecuzione.
Spargo le virgole come strisce per attraversare il giorno,
la mattanza è di punti se acceco la pausa, l'apostrofo
il cappio a cui appendo il silenzio. Ma tutti obbedienti
fanno il tuo corpo: sono organi, pelle, sangue e tessuto.
Prima o poi arriverà l'intenditore di suture a fornire il mistero,
a spiegare come tante parole dicendo rondine, sparo, sella o bargiglio,
ti chiamavano sempre.