Poesia
Ottantasei
Non ho più niente, puoi continuare a scavare.
La lingua è finta, lo sguardo bugia.
Il cane resta rappreso nell'ultima carezza del padrone.
Non ho gioia, possesso, fiducia, merito o consiglio.
Puoi anche provare a bussare, sporgere la mano
al mio cuore per capire chi batte e di quale saggezza.
Ma non ho più niente per cui valga la pena aspettare.
Ti sembrerà folle il mio sangue in ritirata, guarnigione
che ora caustica ignobilmente alle tue spalle.
Ti sembrerà folle di questo amore la resa nel giorno dei frutti.