Pane e mascarpone
Filippo mangiava
pane e mascarpone,
mentre Nino malediceva il nonno
che per un vetro rotto
ci bucò il pallone.
Berto lanciava le rane dal terrazzo
mentre Paolino urlava come un pazzo.
La sua Superga
sopra un chiodo,
come Cristo in croce,
Checco glielo levò
e la mamma di Paolino
perse quasi la voce.
Per lo spavento
quasi svenne,
mentre nella casetta di legno
si tenne
una riunione importante.
Era un pomeriggio
d’estate o d’inverno
non importa.
Lì il tempo era sempre lo stesso.
Si usciva dopo fatto i compiti;
Berto faceva sempre presto.
Erano gli anni dove il vento
soffiava sempre leggero,
un piccolo mondo
un piccolo paese dei piccoli,
il nostro regno per davvero.
Giocavamo a calcio,
ci prendevamo a calci,
ci aiutavamo come fratelli,
eravamo belli
per quanto ci volevamo bene,
per quanto ci divertivamo insieme.
Tutto questo
nel nostro cortile,
poi il sogno si spezzò
quando a Gabriele venne in mente
di parlar dell’avvenire.