Papà non torna
Papà non torna questa sera.
Non come il padre di un Pascoli
ucciso sulla strada
e immortalato in un poesia.
Papà non torna a stringere le braccia
Intorno al tuo respiro di bambino.
Non lo portava la cavallina storna,
ma lavorava, ed era il suo destino.
Lavorava per pochi euro al giorno,
e li portava a casa a fine mese
e non rientrava con le bambole in dono,
ma col sorriso stanco e le sue mani tese.
Le tendeva a me, mamma,
e in quel sorriso,
tirato, lungo, certo non felice
c’era nascosta a volte la speranza
di un domani sicuro, senza grosse pretese.
No. Non torna papà.
Uno dei tanti.
Per qualche tempo, poco,
che la notizia scade,
per qualche tempo ne sentirai parlare.
Ma, grazie alla tua età non capirai.
Ne sentirò parlare,
e sarà scopo di parole forti,
di dotti, saggi e politici corrotti.
Corrotti. Tutti,
che, sopra i soppalchi,
sotto le grotte,
appesi ai cornicioni
a fare equilibrismi senza rete,
non ci son loro
che vanno a tentoni
parlando di un’Italia
che s’è rotta per tanti
ma per loro è ancora sana.
Ed altri, come il tuo papà,
bambino mio
muoiono tutti i giorni,
senza sogni,
senza una sicurezza nel domani,
da porre,
anche se morti,
nelle tue piccole, innocenti mani.
*A tutti i bimbi che non rivedranno più il loro papà, morto sul lavoro.