Parlami del tempo che verrà

Che dici, sarà ancora intatto
il pendio di cui t’ho raccontato,
quello della brullissima collina
dalla cui cima, di sasso a mezzaluna,
guardavo il mare nell’ora sua migliore?

Chissà se, specie di mattino presto,
ripercorrendo l’allor muto sentiero,
l’odore di lavanda e gelsomino
continua intenso a provocare amori,
a firmar l’aria ancora di suo pugno… 

Figlio del 2000,
parlami del tempo che verrà
ma senza dirmi come sempre fai,
che “da mo’ che è cambiato tutto!”,
che il mondo d’oggi è un’altra storia
e chissà cosa diavolo diventerà!

Piuttosto, indaga in giro sui sorrisi
e porta due tre notizie confortanti,
baci vermigli dei nuovi innamorati
oppure, che ne so, avanzi di carezze
che madri e figli si sono barattati.


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