Paure

Avevo 12 anni,
un diario in mano e mille paure
che riempivano le pagine,
una penna che correva più veloce dei miei pensieri.
Scrivevo:

"Ho paura.
Paura della macchina
che regola tutto,
che accoglie e decide
al posto mio.

Ho paura
degli ozi mentali,
di pensieri cullati da immagini abili,
troppo luminose, troppo perfette.

Ho paura
di intelletti elevati
che non conoscono l'anima,
che non sentono calore.

Ho paura della gente,
delle cose nuove,
di diventare vecchia
senza capire il mondo."

E oggi, a 22 anni,
mi fermo su queste righe e sorrido,
ma sento ancora un eco lontano:

Ho ancora paura del fascino del denaro,
miraggio che divide,
che crea odio e freddezza.
Ho ancora paura che i miei genitori
perdano la loro salute,
che il tempo rubi i loro abbracci.

E i cani… ah, i cani.
Da bambina ne scappavo,
un alano mi aveva morso,
lasciando una cicatrice nell’anima.
Ora li guardo da lontano,
con un timore che non è mai andato via.

Ma nuove paure si sono aggiunte,
come ombre allungate dal tramonto:
ho paura degli uomini
che nascondono coltelli dietro le rose,
delle amiche false
che sorridono, ma spezzano.

E poi c’è lei, la paura più grande,
quella che cresce con me,
che si siede accanto a me
nei corridoi bianchi delle corsie.
Ho paura di morire.
Un tempo era un’idea lontana,
quasi irreale,
ma ora la vedo ogni giorno.
La vedo negli occhi stanchi dei pazienti,
nelle mani che stringono altre mani,
nel silenzio che arriva
quando non ci sono più risposte.

E poi ho paura di me,
di quella parte di me che dubita,
che chiude le porte e si lascia sola.
Ho paura di te,
di tutti,
di ciò che non capisco e che mi scavalca.

Ma ora, a 22 anni,
so che le paure non sono nemiche,
sono compagne di viaggio,
un promemoria di ciò che voglio proteggere.
Allora chiudo il diario,
guardo avanti,
e stringo la mano alla bambina che ero,
sussurrandole:
‘Non smettere mai di avere paura,
ma trova il coraggio di camminarci accanto,
perché solo chi teme può davvero amare .

• 𝓋𝒾𝑜𝓁𝒶𝒸𝑜𝓇𝒶𝓁𝓁𝑜 •