Paure e contrattempi coi sorrisi

La solitudine reale
di paure, in uno smanto
che adagia il nero e logora
memorie di assonanze:
chi l’ha chiusa, in dure impalcature?
(e contrattempi coi sorrisi)
chi ha tramato al silenzio?
Dovrò per colpa offrire epifanie
al primo solo orfano di abbracci
coscienza di supplizio
per le sembianze d’anima
portate in viso, assottigliate
da stelle senza sèguito
in cielo da palude
quando sembra finito
e sai che dietro, in briciole
esiste un altro morso:
pane e parole
spezzati contro il muro della gioia
in avaria da un mondo atroce
che non ha cura
di aberrazioni
e cellule indisposte.