Pavia 10/11/14
Nei miei tormenti,
nelle passioni e nelle bianche vesti di Dio,
arrovento le parole che colpisco con la penna,
facendo scintille, per forgiare me e i versi.
Vengo sempre d'altrove, non per fuggire,
ma ho sentito di ricchezze per me,
che servono ai tavoli dei bar,
dormono alle stelle e al cielo,
sussurrano ai cavalli,
mi aspettano senza incalzare.
Affilo i versi, perché i folli
minacciano di rubare la gioia dei liberi
che stendono la propria anima al sole,
come un prato di fiori e aminali diversi e belli.
perciò a voi vorrei suscitare
nel midollo e nelle ossa,
il piacere di distillare la vita in verso,
stendere un nutrito pensiero, in carta.
Allora anche voi parlando nella piazza,
starete ben dritti sulle spalle,
guardando l'esatto percorso del cuore
su cui danzare.